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mercoledì 28 gennaio 2015

OPERAZIONE AEMILIA, DON CIOTTI AVEVA RAGIONE

Pochi giorni fa Don Ciotti, fondatore di Libera, in visita a Bologna parlava del sistema mafioso come pratica presente anche in Emilia Romagna. Aveva ragione, perchè il quadro che emerge dall’operazione Aemilia sulla ‘Ndrangheta nella ricostruzione è sconcertante ma non inatteso, dal momento che Reggio Emilia e Modena sono da tempo i territori in cui la presenza mafiosa è più radicata.

Non vengono fermati semplicemente dei mafiosi, ma viene colpito un vero e proprio sistema mafioso che, forte della complicità di imprenditori, politici, giornalisti e persino di uomini delle forze dell’ordine inquinava l’economia e aveva messo le mani sulla ricostruzione.
Quello che ne esce sconfitto è infatti il processo di una ricostruzione che, nonostante la white list e centinaia di ordinanze, non è riuscito a tenere la criminalità fuori dagli affari del post sisma: prima è finito nelle mani dei clan lo smaltimento delle macerie e ora la ricostruzione vera e propria.
Proprio per questo chiediamo che tutti i lavori pubblici eseguiti da ditte oggi indagate siano verificati al fine di accertarne la corretta esecuzione a tutela della salute e della sicurezza dei cittadini. Allo stesso modo chiediamo che gli appalti della ricostruzione assegnati da tecnici comunali che ora sono indagati siano sospesi e controllati da nuovi tecnici al fine di verificare anomali ribassi d’asta, come ad esempio è emerso nel caso del recente affidamento dei lavori per 4 milioni di € della nuova scuola media di Finale Emilia.
Oggi è del tutto evidente che chi ci governa non ha saputo affrontare con adeguati strumenti legislativi l’insediamento della criminalità organizzata e la Regione Emilia-Romagna deve urgentemente adottare politiche antimafia che, assieme al lavoro della Magistratura, costruiscano percorsi di legalità nei cantieri pubblici e privati. In particolare la normativa sugli appalti mostra tutta la sua debolezza ed è necessaria una nuova legge regionale che bandisca la pratica degli appalti al massimo ribasso e impegni la Regione e tutto il sistema degli Enti Locali nella verifica delle gare pubbliche e del corretto svolgimento dei cantieri.

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