La Rete degli Studenti mi ha rivolto alcune domande sul mio impegno per l’Europa.
Qua potete trovare le mie risposte
Cosa dovrebbe fare l'Unione Europea rispetto alle drammatiche difficoltà della Grecia?
Quello che dovrebbe fare per tutte le nazioni
che la compongono: il senso di essere degli stati uniti anziché singoli non può
essere altro che quello di sviluppare metodi solidali, misure che servano per
acquisire vantaggi dai punti di forza del singolo paese e che restituiscano
vantaggi per i punti di debolezza. Europa deve essere un soggetto unitario che
miri ad allineare gli standard di ogni componente a quelle più elevati. Ad
esempio, se in un paese c’è uno statuto dei lavoratori equo, gli altri paesi
dovrebbero allinearsi a quello. Stesso ragionamento per sanità, scuola, sistema
fiscale e pensionistico, politiche abitative e ambientali. Se uno stato è in
difficoltà non gli possono essere applicate le stesse regole economiche che uno
stato in salute riesce a seguire. Questo approccio è già la risposta anche alle
domande seguenti.
I dati
sulla disoccupazione in Italia e in Europa sono allarmanti, in particolare
rispetto all'occupazione giovanile e femminile. Quali provvedimenti dovrebbe
promuovere l'Unione su questo terreno?
Deve intervenire chiedendo al governo italiano
di concentrarsi su queste azioni. Se l’Europa definisce standard europei, in
ogni campo, automaticamente ogni paese potrà fare una sorta di autovalutazione
rispetto agli scostamenti e decidere di conseguenza le azioni prioritarie.
Come
si aiuta l’occupazione giovanile e femminile?
1. Immediata riforma scolastica introducendo l’apprendistato nella
formazione, non nella collocazione lavorativa, in modo da far uscire dal
percorso scolastico persone già pronte per il lavoro; a livello universitario
ciò significa aumentare considerevolmente l’apprendimento tramite laboratori,
stage, tirocini.
2. La disoccupazione giovanile è legata, in parte, alla
disoccupazione adulta: moltissimi lavori una volta tipicamente riservati a
giovani oggi vedono l’impiego di persone che hanno perso il lavoro. È pertanto
illusorio, ad esempio, applicare sgravi contributivi solo per i giovani; il
costo del lavoro deve diminuire per tutti i lavoratori indipendentemente da
genere, età, esperienza.
3.
L’occupazione femminile è strettamente legata all’assenza dei
servizi alla famiglia o alla loro inaccessibilità perché troppo costosi.
Bisogna tornare ad avere asili nido e scuole materne pubbliche in cui il costo
richiesto sia solo il contributo mensa e non un importo che copra parte delle
spese di gestione. Bisogna investire su servizi pubblici rivolti agli anziani:
cohousing per anziani con riduzione dell’autosufficienza; consegna pasti a
domicilio; assistenza domiciliare; case di riposo, il tutto a prezzi
accessibili. L’investimento sul supporto ad anziani sufficientemente
autosufficienti riduce la loro collocazione in strutture ricettive, permette la
loro permanenza in famiglia più a lungo, e consente una riduzione del peso dei
lavori di cura che sono ancora quasi totalmente a carico delle donne.
Quasi
tutti i Partiti – italiani ed europei – rivendicano l'importanza strategica del
comparto della formazione come volano per superare la crisi economia. Quali
misure sosterebbe se venisse eletto in Parlamento Europeo?
1.
Assicurare il diritto allo studio eliminando iniqui test di
sbarramento che hanno il solo scopo di favorire i profitti di strutture private
adottando la modalità presente in altri paesi, come il Belgio, dove la
selezione avviene al termine del primo anno accademico ed è pertanto legata
alla reale e concreta competenza espressa.
2.
Legare la formazione a serie analisi sui fabbisogni formativi, che
a loro volta vanno legati alle politiche di sviluppo che l’Europa intende
avviare per ciascun paese. Ad esempio, paesi come Grecia e Italia sono per
l’Europa fonte importantissima di impiego nel turismo. La formazione finora
utilizzata è stata proficuamente svolta per sviluppare competenze in
quest’ambito, ma non è mai stata collegata alle altre politiche necessarie per
raggiungere l’obiettivo concreto di aumentare il turismo in una specifica zona.
Ad esempio in Basilicata, bellissima regione italiana pochissimo frequentata
dal turismo, sono state realizzate strutture ricettive invidiabili, con grande
cura dell’accoglienza e grandi competenze. Nulla però è stato fatto sulla
raggiungibilità dei luoghi cui sono stati destinati gli investimenti, nel
contempo si continua ad investire sul trasporto su gomma in altre regioni o su
inutili grandi opere. La formazione, in conclusione, deve essere parte di un
piano complessivo, relativo ad una specifica zona, che affronti tutti gli
aspetti necessari a modificare concretamente quel contesto, rendendolo fonte di
benessere.
3.
Rendere i fondi europei accessibili a tutti senza che ci sia
bisogno di esperti in fondi europei!
L'Unione
Europea dovrebbe promuovere politiche di promozione dei diritti civili negli
Stati membri, in particolare rispetto ai diritti della comunità LGBTQI?
È inaccettabile che una cittadina o un cittadino
si debba considerare fortunata o fortunato ad essere nata in uno stato
piuttosto che in un altro. Se in Europa ci sono stati dove le persone LGBTQI
godono di identici diritti rispetto al resto della popolazione, quello non può
che essere lo standard comune a tutti gli stati membri. Ciò vale per tutti i
diritti: divorzio (senza separazione), aborto, istruzione, salute, casa,
lavoro. Bisogna aver chiaro che quando un diritto non è per tutti,
automaticamente cessa di essere diritto per diventare privilegio. In quanto
tale, in qualsiasi momento anche chi ne gode può vederselo negato.
L'Italia,
rappresentando uno dei maggiori centri di approdo per immigrati provenienti
illegalmente da Paesi economicamente meno sviluppati, ha visto scatenarsi un
importante dibattito interno rispetto al ruolo dell'Unione nella gestione dei
flussi migratori. Quali politiche in materia di immigrazione dovrebbe assumere
l'Unione Europea?
L’Unione Europea deve essere consapevole che i
profughi non vogliono venire in Italia, ma in Europa. Lo sbarco e tutti i
successivi interventi deve essere direttamente gestito dall’Europa o, per
maggiore efficienza, dall’Italia ma su delega europea. Oggi in Europa i
capitali e le merci circolano liberamente mentre le persone sono costrette a
muoversi nella clandestinità: cambiare le politiche migratorie significa
cambiare questo approccio al fenomeno delle migrazioni
La
crisi economia, politica e sociale del nostro continente ci pone di fronte ad
importanti interrogativi rispetto al futuro dell'Unione. Quali scelte deve
compiere e a quale prospettiva deve mirare, secondo Lei, l'Unione Europea in
questa difficile fase della propria storia?
Deve decidere che cosa vuole essere. Si può
essere tante cose, una potenza economica, o bellica ad esempio. Ma Europa, il
vecchio continente, non è definito così perché culla della cultura? Non deve
quindi mirare ad investire su arte, spettacolo, beni naturali, restauro,
recupero, manutenzione, valorizzazione dei centri storici delle città, delle
culture tradizionali, dell’artigianato, di un modo di vivere collettivo unico
al mondo? A me sembra una via da percorrere limpida, coerente, l’unica strada
possibile per un’altra Europa, quella per cui è nato il concetto stesso di
Unione europea: l’Europa dei popoli.
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