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venerdì 24 giugno 2016

GIUNTA PALAZZI: ALCUNE RIFLESSIONI POLITICHE

Il nuovo sindaco Sandro Palazzi aveva promesso di fare la giunta in fretta, e così è stato, anzi persino troppo in fretta.
Ora, sorvoliamo sulla gaffe rispetto all’incompatibilità dell’assessore Meletti (ma vorremmo smetterla di finire sui giornali nazionali per vicende poco edificanti); sorvoliamo sull’iniziale mancato rispetto della rappresentanza di genere nella giunta, e sorvoliamo anche sull’iniziale assenza di un referente della popolosa frazione di Massa nell’organo esecutivo. Si è rimediato, ma suggeriamo agli amministratori di prendersi tutto il tempo necessario prima di esternare le loro decisioni, perché presto e bene spesso non vanno insieme.

Ci interessa di più analizzare politicamente la nuova giunta, per i segnali che offre e per ciò che non presenta.

Le deleghe in capo al sindaco ci sembrano tante e molto impegnative: lavori pubblici, ricostruzione, bilancio e tributi (oltre ad altre deleghe) sono macigni che richiedono molto tempo e approfondite conoscenze della macchina comunale. Non abbiamo dubbi sulle qualità del sindaco, ma riuscirà a seguire contemporaneamente tutte queste materie? Lo chiediamo perché la macchina comunale è bloccata da mesi, e ognuno di questi settori strategici a nostro avviso meriterebbe un assessore dedicato. Non era dunque opportuna una più equa distribuzione dei carichi di lavoro con gli altri colleghi di giunta? A partire da Biagi e Borgatti, i più esperti della macchina comunale.

Manca una specifica delega allo sviluppo economico che orienti politicamente il cambio di passo rispetto alle scelte sbagliate della precedente giunta. Occorre passare dai giusti no alle scelte industriali impattanti e obsolete della giunta Ferioli alle proposte per attrarre nuovi investimenti caratterizzati da alti livelli di innovazione, ricerca e sostenibilità ambientale per creare lavoro di qualità per le future generazioni. Quale assessore se ne occupa? E con quale indirizzo politico?

Manca la delega alla legalità. Non è un obbligo, ma nella nostra giunta ideale l’avevamo proposta, anche come atto simbolico per chiudere definitivamente una stagione e cancellare dall’immagine del Comune di Finale Emilia il marchio del coinvolgimento nell’inchiesta Aemilia e degli avvisi di garanzia.

Manca la delega alla democrazia partecipata, anche questa faceva parte della nostra giunta ideale, pur non essendo un obbligo. Partecipazione è una parola con cui tutti si riempiono la bocca in campagna elettorale, salvo poi dimenticarsene il giorno dopo il voto. Partecipazione significa mettere in campo strumenti partecipativi che affiancano il cammino della giunta nel processo decisionale, ed è un tema che per essere affrontato seriamente richiede una specifica delega. Prendiamo atto che tale assessorato non è previsto e stimoleremo la giunta in tal senso.

Infine, formalmente la ‘quota rosa’ di legge è stata rispettata con l'inserimento di due assessore, ma non si poteva fare uno sforzo in più e raggiungere il 50e50 nella rappresentanza di genere in giunta? Si è persa l’occasione per lanciare un bel segnale di attenzione alle donne.

In ogni caso, buon lavoro alla giunta e al consiglio comunale. Ne abbiamo tutti bisogno.

Stefano Lugli
Consigliere comunale Sinistra Civica per Finale Emilia

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