Fra le proposte anche un appello della Lista Tsipras al Governo Renzi per una moratoria di tutte le attività estrattive attualmente in corso nelle zone ad alto e medio rischio sismico.
L'EMILIA ROMAGNA NON HA MAI SOSPESO LE ATTIVITÀ DI RICERCA E ESTRAZIONE DI IDROCARBURI
I candidati
della Lista “L’Altra Europa con Tsipras” Enzo
Di Salvatore e Stefano Lugli intervengono
sulla questione della sospensione delle attività di ricerca ed estrazione degli
idrocarburi in Emilia Romagna.
L’azione congiunta di Di Salvatore e Lugli muove dagli esiti del rapporto ICHESE e dallo studio degli atti della Regione, dai quali emerge chiaramente che – contrariamente a quanto dichiarato dal Presidente Errani – ad oggi nessun titolo minerario risulta sospeso per effetto di qualsivoglia decisione della Regione.
L’azione congiunta di Di Salvatore e Lugli muove dagli esiti del rapporto ICHESE e dallo studio degli atti della Regione, dai quali emerge chiaramente che – contrariamente a quanto dichiarato dal Presidente Errani – ad oggi nessun titolo minerario risulta sospeso per effetto di qualsivoglia decisione della Regione.
Come spiegano i
due candidati, infatti, “la Regione può intervenire solo nella fase finale del
procedimento autorizzatorio, ossia solo nel momento in cui è chiamata dallo
Stato a rilasciare l’intesa. Questo è l’unico potere che la Regione possiede in
materia di idrocarburi”. Da ciò consegue che, mentre sui procedimenti già
perfezionati con il rilascio di un titolo estrattivo, la Regione non può più
intervenire, in relazione a quelli non ancora conclusi, l’intervento potrà darsi
solo quando la richiesta da parte dello Stato al rilascio dell’intesa arriverà
sul tavolo della Regione. Evenienza, questa, che, però, non si è ancora
verificata.
Di Salvatore e Lugli
precisano, tuttavia, che “nel momento in cui lo Stato richiederà alla Regione
di rilasciare l’intesa, a nulla servirà opporre la propria contrarietà,
sostenendo che questa sia stata sancita a chiare lettere in atti deliberati
dagli organi regionali, in quanto, alla luce del quadro normativo vigente e
sulla scorta della giurisprudenza della Corte costituzionale, il rifiuto
aprioristico della Regione al rilascio dell’accordo viola il principio di leale
collaborazione e consente allo Stato di adottare in solitudine la decisione finale”.
I due candidati
si dicono, inoltre, preoccupati per un particolare aspetto della vicenda, che
finora non è emerso: quello relativo alle c.d. “zone a burocrazia zero”. Prevista di
recente anche per i territori del cratere emiliano, questa disciplina ha,
infatti, ad oggetto lo snellimento di qualsiasi procedimento autorizzatorio e potrebbe
riguardare anche gli idrocarburi.
L’unica strada da seguire,
secondo Di Salvatore e Lugli, è quella individuata in un appello
predisposto di recente proprio dalla Lista Tsipras. “Assieme ad altri candidati
della Lista Tsipras” – dichiarano Di
Salvatore e Lugli – “abbiamo
predisposto un appello al Governo Renzi affinché venga urgentemente istituita
una Commissione scientifica, che faccia chiarezza sulle possibili correlazioni
tra attività sismica e attività di ricerca ed estrazione degli idrocarburi in
relazione all’intero territorio nazionale. Con l’appello chiediamo, contestualmente,
che, nell’attesa di conoscere i lavori della Commissione, il Governo sospenda
con decreto-legge tutte le attività attualmente in corso nelle zone ad alto e
medio rischio sismico”.
APPELLO
L’Emilia-Romagna
non ha mai sospeso le attività di ricerca ed estrazione degli idrocarburi
Il
decreto-legge n. 74 del 2012, recante interventi urgenti in favore delle
popolazioni delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia
e Rovigo, colpite dal sisma del maggio 2012, autorizzava il Presidente della
Regione Emilia-Romagna Vasco Errani ad assumere i poteri del Commissario
delegato. In ragione di ciò, il 16 novembre 2012 Errani emanava l’ordinanza n.
76/2012, con la quale consentiva che il Capo del Dipartimento della Protezione
Civile costituisse una Commissione tecnico-scientifica, composta da esperti di
comprovata ed elevata professionalità, anche appartenenti alla comunità
scientifica internazionale, chiamata a valutare le possibili relazioni tra
attività di esplorazione per gli idrocarburi e aumento dell’attività sismica,
nell’area colpita dal sisma. L’11 dicembre 2012, il Capo della Protezione
civile Franco Gabrielli adottava, quindi, un decreto di istituzione della
Commissione richiesta. Con delibera n. 706 del 3 giugno 2013, la Giunta
regionale, richiamandosi al principio di precauzione, disponeva, quindi, la
sospensione di “qualsiasi decisione in merito ai progetti di ricerca e
coltivazione idrocarburi che riguardino i territori colpiti dal sisma del
maggio scorso e compresi nel cratere, fino a che non sarà noto l’esito della
Commissione tecnico-scientifica”. Il 17 febbraio 2014, la Commissione
trasmetteva i risultati dei suoi lavori alla Giunta regionale, che, in data 15
aprile 2014, provvedeva a darne pubblicazione integrale sul proprio sito web.
Nel rapporto presentato, la Commissione, dopo aver sottolineato come, al
ricorrere di date circostanze, la ricerca e l’estrazione degli idrocarburi
generino attività sismica, riteneva di non poter né confermare né escludere,
per il caso emiliano, la correlazione tra attività sismica e attività
concernenti gli idrocarburi. Lo stesso giorno, quindi, il Consiglio regionale
approvava un “documento di indirizzo”, con il quale, rivolgendosi alla Giunta,
chiedeva di estendere a tutto il territorio regionale il contenuto della
delibera n. 706/2013. Questi i fatti.
La delibera
della Giunta del 2013 e l’atto di indirizzo approvato pochi giorni fa dal
Consiglio non incidono in alcun modo sui procedimenti autorizzatori concernenti
gli idrocarburi: né su quelli conclusi, né su quelli in corso. La delibera del
2013, cui l’atto di indirizzo del Consiglio pare richiamarsi, ha, infatti, ad
oggetto “la sospensione di qualsiasi decisione in merito ai progetti”
concernenti gli idrocarburi e, dunque, unicamente la sospensione di qualsiasi decisione
che sia di competenza regionale. Ora, poiché l’unica decisione che la Regione
può assumere in ordine a tali procedimenti è – com’è noto – il rilascio
dell’intesa con lo Stato, ne viene che: 1) circa i procedimenti già conclusi
con il rilascio di un titolo, tale decisione non può più essere adottata; 2)
circa i procedimenti non ancora conclusi con il rilascio del titolo, tale
decisione potrà essere adottata solo quando la richiesta di rilascio
dell’intesa da parte dello Stato arriverà sul tavolo della Regione.
Quest’ultima
evenienza, al di là del coinvolgimento della Regione nelle fasi
sub-procedimentali (come ad es. sulla VIA), non risulta, tuttavia, ancora
essersi verificata; nessun titolo e nessun procedimento, infatti, risultano
sospesi per effetto degli atti varati dalla Regione.
D’altra parte,
nel momento in cui lo Stato richiederà alla Regione di rilasciare l’intesa, a
nulla servirà aver disposto una sospensione della decisione della competenza
regionale, in quanto – fermo restando che, conformemente a quanto più volte la
Corte costituzionale ha precisato, è illegittimo prevedere con atto legislativo
un divieto generalizzato al rilascio dell’intesa – l’omissione al rilascio del
concreto atto di assenso e il dissenso stesso, alla luce del quadro normativo
vigente, non impedirebbero comunque allo Stato di assumere in solitudine le
proprie determinazioni sui titoli minerari.
Desta
preoccupazione, infine, la modifica apportata al decreto-legge 74/2012 il 30
dicembre scorso, in base al quale nei territori delle
province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo,
interessati dagli eventi sismici del 2012, troverà applicazione la disciplina
delle “zone a burocrazia zero”, prevista dall’articolo 43 del decreto-legge 31
maggio 2010, n. 78. In base a detta disciplina, infatti, per le attività
produttive avviate dopo il 2010, “i provvedimenti conclusivi dei procedimenti
amministrativi di qualsiasi natura ed oggetto avviati su istanza di parte (…)
sono adottati in via esclusiva da un Commissario di Governo” se vi è una
proposta in tal senso da parte del Ministro dell’economia e delle finanze, di
concerto con il Ministro dell’interno, e “si intendono senz’altro positivamente
adottati entro 30 giorni dall’avvio del procedimento se un provvedimento
espresso non è adottato entro tale termine”. Tale disciplina potrebbe
tranquillamente interessare anche i procedimenti relativi agli idrocarburi
(come ad es. il procedimento concernente il permesso di ricerca “San
Patrizio”), atteso che la Corte costituzionale ha precisato che la c.d.
“burocrazia zero” può esplicarsi “nei più svariati ambiti materiali, sia di
competenza esclusiva statale (…), sia di competenza concorrente ovvero
residuale regionale” (sent. n. 232/2011).
Enzo Di
Salvatore – candidato per L’Altra Europa con Tsipras nella circoscrizione
Italia Meridionale
Stefano Lugli
– candidato per L’Altra Europa con Tsipras nella circoscrizione Italia Nord
Est.
Stefano Lugli, 39 anni, abita a Finale Emilia e lavora per il
Comune di Concordia, due dei Comuni modenesi più colpiti dal sisma del 2012. Da
sempre attivo nelle vertenze locali contro le grandi opere e gli inceneritori
ora è impegnato anche per il diritto alla ricostruzione dell’Emilia terremotata
e alluvionata. È candidato con la Lista “L’Altra Europa con Tsipras” nella
circoscrizione nord-est.
Enzo Di Salvatore, 43 anni, insegna diritto costituzionale
nell’Università degli Studi di Teramo ed è co-fondatore del Coordinamento Nazionale
No Triv. È esperto di diritto dell’Unione europea, diritti fondamentali,
diritto regionale, federalismo e beni comuni. È candidato con la Lista “L’Altra
Europa con Tsipras” nella circoscrizione sud.
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