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sabato 26 aprile 2014

IDROCARBURI: LA LISTA TSIPRAS CHIEDE LO STOP ALLE ATTIVITÀ ESTRATTIVE IN ZONA SISMICA

I candidati della Lista “L’Altra Europa con Tsipras” Enzo Di Salvatore e Stefano Lugli intervengono sulla questione della sospensione delle attività di ricerca ed estrazione degli idrocarburi in Emilia Romagna.
Fra le proposte anche un appello della Lista Tsipras al Governo Renzi per una moratoria di tutte le attività estrattive attualmente in corso nelle zone ad alto e medio rischio sismico.
L'EMILIA ROMAGNA NON HA MAI SOSPESO LE ATTIVITÀ DI RICERCA E ESTRAZIONE DI IDROCARBURI
I candidati della Lista “L’Altra Europa con Tsipras” Enzo Di Salvatore e Stefano Lugli intervengono sulla questione della sospensione delle attività di ricerca ed estrazione degli idrocarburi in Emilia Romagna.
L’azione congiunta di Di Salvatore e Lugli muove dagli esiti del rapporto ICHESE e dallo studio degli atti della Regione, dai quali emerge chiaramente che – contrariamente a quanto dichiarato dal Presidente Errani – ad oggi nessun titolo minerario risulta sospeso per effetto di qualsivoglia decisione della Regione.
Come spiegano i due candidati, infatti, “la Regione può intervenire solo nella fase finale del procedimento autorizzatorio, ossia solo nel momento in cui è chiamata dallo Stato a rilasciare l’intesa. Questo è l’unico potere che la Regione possiede in materia di idrocarburi”. Da ciò consegue che, mentre sui procedimenti già perfezionati con il rilascio di un titolo estrattivo, la Regione non può più intervenire, in relazione a quelli non ancora conclusi, l’intervento potrà darsi solo quando la richiesta da parte dello Stato al rilascio dell’intesa arriverà sul tavolo della Regione. Evenienza, questa, che, però, non si è ancora verificata.
Di Salvatore e Lugli precisano, tuttavia, che “nel momento in cui lo Stato richiederà alla Regione di rilasciare l’intesa, a nulla servirà opporre la propria contrarietà, sostenendo che questa sia stata sancita a chiare lettere in atti deliberati dagli organi regionali, in quanto, alla luce del quadro normativo vigente e sulla scorta della giurisprudenza della Corte costituzionale, il rifiuto aprioristico della Regione al rilascio dell’accordo viola il principio di leale collaborazione e consente allo Stato di adottare in solitudine la decisione finale”.
I due candidati si dicono, inoltre, preoccupati per un particolare aspetto della vicenda, che finora non è emerso: quello relativo alle c.d. zone a burocrazia zero”. Prevista di recente anche per i territori del cratere emiliano, questa disciplina ha, infatti, ad oggetto lo snellimento di qualsiasi procedimento autorizzatorio e potrebbe riguardare anche gli idrocarburi.

L’unica strada da seguire, secondo Di Salvatore e Lugli, è quella individuata in un appello predisposto di recente proprio dalla Lista Tsipras. “Assieme ad altri candidati della Lista Tsipras” – dichiarano Di Salvatore e Lugli – “abbiamo predisposto un appello al Governo Renzi affinché venga urgentemente istituita una Commissione scientifica, che faccia chiarezza sulle possibili correlazioni tra attività sismica e attività di ricerca ed estrazione degli idrocarburi in relazione all’intero territorio nazionale. Con l’appello chiediamo, contestualmente, che, nell’attesa di conoscere i lavori della Commissione, il Governo sospenda con decreto-legge tutte le attività attualmente in corso nelle zone ad alto e medio rischio sismico”.

APPELLO
L’Emilia-Romagna non ha mai sospeso le attività di ricerca ed estrazione degli idrocarburi

Il decreto-legge n. 74 del 2012, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo, colpite dal sisma del maggio 2012, autorizzava il Presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani ad assumere i poteri del Commissario delegato. In ragione di ciò, il 16 novembre 2012 Errani emanava l’ordinanza n. 76/2012, con la quale consentiva che il Capo del Dipartimento della Protezione Civile costituisse una Commissione tecnico-scientifica, composta da esperti di comprovata ed elevata professionalità, anche appartenenti alla comunità scientifica internazionale, chiamata a valutare le possibili relazioni tra attività di esplorazione per gli idrocarburi e aumento dell’attività sismica, nell’area colpita dal sisma. L’11 dicembre 2012, il Capo della Protezione civile Franco Gabrielli adottava, quindi, un decreto di istituzione della Commissione richiesta. Con delibera n. 706 del 3 giugno 2013, la Giunta regionale, richiamandosi al principio di precauzione, disponeva, quindi, la sospensione di “qualsiasi decisione in merito ai progetti di ricerca e coltivazione idrocarburi che riguardino i territori colpiti dal sisma del maggio scorso e compresi nel cratere, fino a che non sarà noto l’esito della Commissione tecnico-scientifica”. Il 17 febbraio 2014, la Commissione trasmetteva i risultati dei suoi lavori alla Giunta regionale, che, in data 15 aprile 2014, provvedeva a darne pubblicazione integrale sul proprio sito web. Nel rapporto presentato, la Commissione, dopo aver sottolineato come, al ricorrere di date circostanze, la ricerca e l’estrazione degli idrocarburi generino attività sismica, riteneva di non poter né confermare né escludere, per il caso emiliano, la correlazione tra attività sismica e attività concernenti gli idrocarburi. Lo stesso giorno, quindi, il Consiglio regionale approvava un “documento di indirizzo”, con il quale, rivolgendosi alla Giunta, chiedeva di estendere a tutto il territorio regionale il contenuto della delibera n. 706/2013. Questi i fatti.

La delibera della Giunta del 2013 e l’atto di indirizzo approvato pochi giorni fa dal Consiglio non incidono in alcun modo sui procedimenti autorizzatori concernenti gli idrocarburi: né su quelli conclusi, né su quelli in corso. La delibera del 2013, cui l’atto di indirizzo del Consiglio pare richiamarsi, ha, infatti, ad oggetto “la sospensione di qualsiasi decisione in merito ai progetti” concernenti gli idrocarburi e, dunque, unicamente la sospensione di qualsiasi decisione che sia di competenza regionale. Ora, poiché l’unica decisione che la Regione può assumere in ordine a tali procedimenti è – com’è noto – il rilascio dell’intesa con lo Stato, ne viene che: 1) circa i procedimenti già conclusi con il rilascio di un titolo, tale decisione non può più essere adottata; 2) circa i procedimenti non ancora conclusi con il rilascio del titolo, tale decisione potrà essere adottata solo quando la richiesta di rilascio dell’intesa da parte dello Stato arriverà sul tavolo della Regione.
Quest’ultima evenienza, al di là del coinvolgimento della Regione nelle fasi sub-procedimentali (come ad es. sulla VIA), non risulta, tuttavia, ancora essersi verificata; nessun titolo e nessun procedimento, infatti, risultano sospesi per effetto degli atti varati dalla Regione.

D’altra parte, nel momento in cui lo Stato richiederà alla Regione di rilasciare l’intesa, a nulla servirà aver disposto una sospensione della decisione della competenza regionale, in quanto – fermo restando che, conformemente a quanto più volte la Corte costituzionale ha precisato, è illegittimo prevedere con atto legislativo un divieto generalizzato al rilascio dell’intesa – l’omissione al rilascio del concreto atto di assenso e il dissenso stesso, alla luce del quadro normativo vigente, non impedirebbero comunque allo Stato di assumere in solitudine le proprie determinazioni sui titoli minerari.

Desta preoccupazione, infine, la modifica apportata al decreto-legge 74/2012 il 30 dicembre scorso, in base al quale nei territori delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo, interessati dagli eventi sismici del 2012, troverà applicazione la disciplina delle “zone a burocrazia zero”, prevista dall’articolo 43 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78. In base a detta disciplina, infatti, per le attività produttive avviate dopo il 2010, “i provvedimenti conclusivi dei procedimenti amministrativi di qualsiasi natura ed oggetto avviati su istanza di parte (…) sono adottati in via esclusiva da un Commissario di Governo” se vi è una proposta in tal senso da parte del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell’interno, e “si intendono senz’altro positivamente adottati entro 30 giorni dall’avvio del procedimento se un provvedimento espresso non è adottato entro tale termine”. Tale disciplina potrebbe tranquillamente interessare anche i procedimenti relativi agli idrocarburi (come ad es. il procedimento concernente il permesso di ricerca “San Patrizio”), atteso che la Corte costituzionale ha precisato che la c.d. “burocrazia zero” può esplicarsi “nei più svariati ambiti materiali, sia di competenza esclusiva statale (…), sia di competenza concorrente ovvero residuale regionale” (sent. n. 232/2011).

Enzo Di Salvatore – candidato per L’Altra Europa con Tsipras nella circoscrizione Italia Meridionale
Stefano Lugli – candidato per L’Altra Europa con Tsipras nella circoscrizione Italia Nord Est.

Stefano Lugli, 39 anni, abita a Finale Emilia e lavora per il Comune di Concordia, due dei Comuni modenesi più colpiti dal sisma del 2012. Da sempre attivo nelle vertenze locali contro le grandi opere e gli inceneritori ora è impegnato anche per il diritto alla ricostruzione dell’Emilia terremotata e alluvionata. È candidato con la Lista “L’Altra Europa con Tsipras” nella circoscrizione nord-est.

Enzo Di Salvatore, 43 anni, insegna diritto costituzionale nell’Università degli Studi di Teramo ed è co-fondatore del Coordinamento Nazionale No Triv. È esperto di diritto dell’Unione europea, diritti fondamentali, diritto regionale, federalismo e beni comuni. È candidato con la Lista “L’Altra Europa con Tsipras” nella circoscrizione sud.
 

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