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giovedì 17 aprile 2014

SISMA: CHE FARE DOPO IL RAPPORTO ICHESE?

Il rapporto Ichese, che indaga i possibili legami tra sisma e  attività estrattive, ci consegna due precise indicazioni: stop allo sfruttamento del suolo, sopra e sotto terra! E Piano energtico nazionale per uscire dalla dipendenza dal petrolio.


Il rapporto Ichese ci consegna molti dubbi sui legami tra attività estrattive e sisma, ma ci consente anche di riflettere sulle scelte da assumere per il futuro di questo territorio, a partire da un assunto: basta con lo sfruttamento del suolo. E questo vale non solo per il sottosuolo, con lo stop allo sfruttamento e alla ricerca di idrocarburi sul nostro territorio, ma anche per infrastrutture e progetti impattanti in programma sul suolo, che devono essere fermati e rivisti.

Quindi stop a inutili autostrade come la Cispadana o la bretella Campogalliano-Sassuolo per passare ad una mobilità sostenibile, perché investire in viabilità su gomma significa continuare la dipendenza dal petrolio e dalle attività di ricerca petrolifera. Stop definitivo allo stoccaggio gas di Rivara per l’ovvio pericolo sismico. Stop all’incenerimento come metodo per la produzione di energia per passare al riciclo e ad una gestione virtuosa dei rifiuti. Stop alle grandi e inutili opere per investire nella messa in sicurezza del territorio dando vita a migliaia di piccole e utili opere diffuse su tutto il territorio.

Il rapporto Ichese mette in evidenza anche l’urgenza di un piano energetico nazionale che investa sulla sostenibilità e l’efficienza energetica, perché l’assenza di una strategia energetica nazionale (o meglio la presenza di una strategia energetica basata sullo sfruttamento delle fonti fossili) è funzionale a tutti coloro che vogliono sfruttare il territorio per imporre sulla nostra pelle progetti e infrastrutture pericolose per la salute e l’ambiente.

Sul ritardo con cui il rapporto Ichese è stato reso pubblico si è detto di tutto e di più. Accettiamo le scuse di Errani, ma deve essere chiaro che noi cittadini della bassa modenese non siamo bambini che non devono essere spaventati (in riferimento alle parole di Errani «non volevo ingenerare allarmismo, ecco perché non abbiamo parlato») ma cittadini che vogliono certezze e verità e, soprattutto, vogliono decidere sul futuro del proprio territorio.

Stefano Lugli, candidato al Parlamento Europeo per la lista Tsipras

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