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mercoledì 12 maggio 2010

12. PER UN COMUNE SOLIDALE

POLITICHE SOCIALI
Riteniamo che la coesione sociale sia un valore e la capacità di una comunità di essere solidale sia una risorsa per affrontare una situazione difficile come l’attuale caratterizzata da una profonda crisi economica. I servizi sociali devono quindi calarsi in questa realtà e promuovere la creazione di reti solidali e di aiuto. Le nostre politiche sociali sono orientate su tre principi guida:
- Implementazione delle risorse economiche da investire nel settore del welfare, sia per l’espansione qualitativa e quantitativa dei servizi alla persona, sia per il contenimento del costo a carico degli utenti.
- La redistribuzione del reddito e delle ricchezze dall’alto verso il basso attraverso la produzione di servizi sociali di qualità ed una rigorosa politica del controllo delle tariffe. Il principio ispiratore di questa politica espansiva dei servizi sociali e scolastici è l’interesse collettivo che essi rivestono, non solo nel proteggere le fasce deboli, ma soprattutto nell’alimentare e favorire il benessere sociale e la solidarietà tra i cittadini e tra le generazioni. Per noi, il “bisogno” del cittadino non è solo un problema individuale ma deve interessare la società tutta al fine di costruire una città più solidale. In un contesto di crisi economica come l’attuale, che colpisce soprattutto le fasce deboli, perseguiremo una politica tariffaria finalizzata a salvaguardare il potere d’acquisto delle famiglie.
- La non esternalizzazione (affidamento in appalto) dei servizi sociali. Riteniamo che nei servizi fondamentali per la sicurezza, l’istruzione, la salute, l’assistenza dei cittadini, il Comune debba mantenere a sé le funzioni di indirizzo politico, gestione e controllo. Solo attraverso una gestione diretta dei servizi è infatti possibile verificare le reali esigenze dei cittadini, monitorare la qualità dei servizi erogati e calmierarne il costo.
A questo riguardo vogliamo che il Comune di Finale Emilia svolga a pieno il proprio ruolo di indirizzo politico rispetto all’Azienda Servizi alla Persona (ASP) che in questi anni ha assorbito importanti funzioni nella erogazione di servizi assistenziali, sostituendo di fatto l’Ente Locale.

          UN PACCHETTO ANTICRISI A TUTELA DELLA FAMIGLIA
Ci troviamo da tempo di fronte agli effetti della crisi, che sta mostrando il volto più pesante, quello delle fabbriche che chiudono, della cassa integrazione agli sgoccioli, delle ristrutturazioni aziendali che avvengono attraverso l’espulsione dal ciclo produttivo e le delocalizzazioni; mentre già migliaia di lavoratori precari hanno pagato il costo pesantissimo della crisi senza ricevere alcun sostegno.
Di fronte a tutto questo l’Amministrazione non solo non ha saputo proporre interventi, ma ha mantenuto l’addizionale Irpef più alta della provincia ed ha incrementato le tariffe dei servizi.
Noi definiremo, in accordo con le organizzazioni sindacali, un piano anticrisi imperniato sul seguente decalogo: 
1) istituzione di un osservatorio economico con le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria che anticipi le situazioni di crisi anziché affrontare solo l’emergenza;
2) erogazione dei servizi sociali del Comune sulla base della condizione economica attuale dei cittadini e non sulla base dell’ISEE (che attesta i redditi) dell’anno precedente;
3) blocco delle tariffe dei servizi di competenza comunale e ribasso di quelle particolarmente esose, come i servizi scolastici;
4) accordi con Sorgea, Geovest e Sinergas per bloccare le relative tariffe (acqua, gas, luce e rifiuti);
5) rateizzazione (senza escludere eventuali esoneri totale o parziale) di rette e tariffe dei servizi per coloro che hanno subito una contrazione della retribuzione a causa della crisi, con l’obiettivo di garantire la continuità di accesso al servizio;
6) rateizzazione o sospensione temporanea dei tributi locali;
7) incremento della soglia di reddito per l’esenzione dalla tassa locale Irpef da 10mila a 15mila €;
8) forme di sostegno per l’abbonamento ai trasporti degli studenti;
9) accordi con le banche per l’istituzione di fondi di garanzia per i lavoratori in difficoltà che hanno mutui o affitti da pagare;
10) istituzione di un fondo sociale per intervenire sulle emergenze.

          POLITICHE GIOVANILI
Il Comune di Finale Emilia offre scarsi punti di riferimento ai giovani, fatto che ha delle ripercussioni sociali di non poco conto che intendiamo affrontare e risolvere.
Fondamentale sarà l’individuazione di luoghi idonei - a Massa Finalese e a Finale Emilia - che diventino l’asse logistico delle nuove politiche giovanili. In particolare si ipotizza per Massa Finalese il centro “La Meridiana” e per il Comune di Finale Emilia il centro sportivo, da ricostruire sulla base di un percorso partecipativo che coinvolga tutti i soggetti interessati (società sportive, associazioni di volontariato, scuole, gruppi musicali, ecc…) in modo da realizzare spazi che consentano la massima condivisione possibile. Sono entrambi spazi versatili, che offrono ampi ambienti interni ed esterni, protetti dal traffico e in zone tranquille.
Per le politiche giovanili è prioritario anche il recupero del Teatro sociale, perché permetterebbe la ripresa di una programmazione culturale da dedicare anche alle scuole e ai giovani, oltre che consentire la riproposizione di una stagione teatrale e concerti.
È paradossale che a 4 anni dal sisma il teatro non sia ancora agibile mentre si progetta un nuovo auditorium nei pressi del campo Robinson. Riteniamo che queste risorse andrebbero meglio spese per recuperare il teatro, e ci impegniamo a verificare se possono essere stornate a questo scopo. Altrimenti ci impegniamo affinchè l’auditorium sia progettato prevedendo una notevole versatilità d’uso, per consentirne l’utilizzo anche per concerti, proiezioni cinematografiche, rassegne teatrali, ma anche convegni e dibattiti.
Sosterremo inoltre le iniziative private che vorranno realizzare a Finale Emilia luoghi di aggregazione e ritrovo dedicati al pubblico giovanile.

Dal punto di vista dei contenuti le attività promosse saranno indirizzate a differenti fasce d’età al fine di creare interventi mirati, che consentano una identificazione dei bisogni più immediata ed un più puntuale raggiungimento degli obiettivi.
Si procederà attraverso queste linee guida:
- valorizzazione degli individui, delle loro potenzialità e delle naturali propensioni dei giovani.
- valorizzazione dello ‘stare in gruppo’, anche a contrasto dei fenomeni di isolamento che coinvolgono gli adolescenti, con una particolare incidenza sui migranti.
- integrazione, in una logica inter culturale ma anche di accoglimento di giovani con bisogni speciali e/o disabilità.
- contrasto ai fenomeni di bullismo, con interventi intra ed extra scolastici.

Tra le fasce più critiche e per le quali si intende offrire risposte repentine, vi sono:
- fasce pre adolescenziali ed adolescenziali, con l’obiettivo di:
   • arginare fenomeni di abbandono scolastico spesso veicolo di derive sociali;
   • i ndividuare attività che possano avere una reale connessione con la popolazione pre adolescenziale ed adolescenziale, ciò al fine di favorire una rapida fidelizzazione alle medesime e con l’obiettivo di fornire alle famiglie uno strumento per il monitoraggio dei propri figli a supporto delle attività educative.
- fasce dei così detti bisogni speciali, con l’obiettivo di favorire l’implementazione di attività che ne consentano l’accoglimento in una logica di integrazione;
- fascia dei giovani migranti con l’obiettivo di favorire una maggiore integrazione.

Il raggiungimento di questi obiettivi avverrà attraverso i seguenti strumenti:
- Coinvolgimento del terzo settore (associazionismo e cooperazione sociale) e dell’UCMAN come partner nella gestione delle attività, da programmare in tavoli tecnici partecipati dai soggetti con responsabilità educative e guidati dall’assessorato di riferimento.
Found raising comunale: sperimenteremo il “found raising comunale“ come strumento per intercettare finanziamenti (comunitari, nazionali, locali) pubblici e privati a supporto di specifici progetti di politiche giovanili e sociali. Questo attraverso il lavoro di un ufficio che sarà espressamente dedicato all’intercettazione di risorse esterne.

          POLITICHE PER GLI ANZIANI
Negli anni si è consolidata una rete di servizi agli anziani che offre risposte molto importanti. Casa protetta di Finale Emilia e Centro Diurno di Massa Finalese sono i pilastri di un’offerta pubblica di servizi assistenziali per i quali occorre continuare ad investire risorse per migliorarne sempre più la qualità e contenere le tariffe.
Servizi che in parte sono gestiti attraverso l’ASP dell’Unione dei Comuni mediante la forma dell’appalto esterno. Al contrario, individuiamo nella gestione diretta da parte dell’ASP una possibilità di miglioramento del servizio, oltre che lo strumento per garantire agli operatori condizioni lavorative, in termini di diritti e salari, pienamente rispettose della loro professionalità.
Non possiamo però nasconderci che la crescita della popolazione anziana impone anche lo sviluppo di tutte quelle modalità di assistenza che rendono residuale il ricovero in struttura protetta privilegiando l’assistenza al domicilio. Il Servizio di Assistenza Domiciliare, articolato nelle sue diverse forme (dall’assistenza vera e propria alla consegna pasti, dal telesoccorso al trasporto per cure e visite, dai contributi per l’adeguamento degli alloggi all’assegno di cura, ecc...) sarà quindi potenziato per garantire una capacità assistenziale che sia la più ampia ed estesa possibile.

          POLITICHE PER LA CASA
Il diritto alla casa è sempre più minacciato dai proibitivi costi degli immobili e degli affitti; conseguenza di una politica urbanistica che ha ceduto al privato ogni iniziativa. Negli ultimi cinque anni il sisma ha ulteriormente aggravato questa situazione. Una domanda che obbliga l’Amministrazione a rispondere a quel 20% di finalesi che non hanno la casa di proprietà (anziani, giovani coppie e immigrati) e che rischiano di non veder garantito il diritto ad un’abitazione dignitosa.
Respingiamo la logica, proposta dalle destre, e spesso assunta anche dal Pd, secondo cui al bisogno di case si risponde introducendo criteri che restringono il diritto all’accesso alle abitazioni di edilizia residenziale pubblica, favorendo un clima “da guerra tra poveri”, anzichè intervenire per aumentare l’offerta di abitazioni a basso costo. Interverremo quindi presso ACER affinchè, anche attraverso il “programma casa” della regione sia aumentato il patrimonio abitativo pubblico di Finale Emilia.
La necessità di alloggi deve però andare di pari passo con il consumo zero di suolo, e per questo ci impegniamo a mettere in campo tutti quegli strumenti economici e fiscali utili a favorire la disponibilità all’affitto del patrimonio abitativo privato e a sostenere il recupero degli alloggi inutilizzati. La strada della realizzazione di nuovi alloggi non sarà perseguita fino a quando le potenzialità contenute nell’attuale piano regolatore non saranno esaurite e, in ogni caso, nuovi appartamenti saranno realizzati solo attraverso un Piano di Edilizia Economica Pubblica (PEEP) che permetta al Comune di intervenire direttamente nel mercato immobiliare calmierando il costo delle aree residenziali e degli immobili.

          INTEGRAZIONE DEI CITTADINI MIGRANTI
È necessario prendere atto dell’impronta multiculturale della nostra società, così come del fatto che viviamo fenomeni migratori di portata internazionale che ci coinvolgono direttamente. Riteniamo che il primo passo verso una migliore co esistenza sia favorire la comprensione del fenomeno migratorio e l’impatto del medesimo sul territorio. I dati socio demografici della Provincia di Modena, ed a cascata Comune di Finale Emilia, evidenziano come il fenomeno migratorio oggi presenti caratteristiche di stabilità e, per lo più, famiglie che qui portano avanti progetti di vita stanziali.
Rendere partecipi queste persone del network dei servizi e delle opportunità che offre il territorio riteniamo sia fondamentale per il miglioramento dell’integrazione. L’azione di certe forze politiche che fanno leva su una disparità di trattamenti tra i cittadini migranti e “gli italiani”, riteniamo sia miope e favorisca la diffusione di un pensiero distorto e non rispondente ai dati oggettivi relativi alla situazione dei migranti sul territorio.

Il raggiungimento di questi obiettivi avverrà con le seguenti azioni:
- Valorizzazione del centro stranieri, delle attività di mediazione linguistico-culturale e di insegnamento della lingua italiana ad adulti e minorenni. Tali attività sono attualmente presenti sul territorio e principalmente in capo ad UCMAN.
- Elezione della consulta dell’integrazione. La logica che ci guida è quella dell’integrazione, perciò il termine obsoleto di consulta dell’immigrazione sarà sostituito con una definizione di respiro più ampio, ovvero: consulta dell’integrazione. Premettendo che quest’organo avrà necessariamente una composizione multiculturale, una volta costituito, ad esso verranno demandati una serie di compiti:
   • Dialogo costante con tutti i soggetti operanti nel terzo settore presenti a Finale Emilia che si occupano di immigrazione o che avrebbero le skills statutarie per fare ciò;
   • Organizzazione di eventi e seminari di impronta multiculturale aperti a tutta la cittadinanza;
   • Creazione di una ‘casa delle culture’ quale luogo di discussione, di socializzazione e di ritrovo in cui si organizzeranno attività con un’impronta marcatamente laica, al fine di favorire un salubre confronto tra culture e nazionalità differenti.
   • Partecipazione attiva alla programmazione ed alle iniziative riguardanti le politiche giovanili. È statisticamente dimostrato che il più alto tasso di abbandono scolastico riguarda adolescenti che appartengono a famiglie migranti. Il tentativo di favorire l’integrazione passa anche attraverso l’arginamento di questo fenomeno.

Elemento che merita una trattazione peculiare è l’apprendimento della lingua e della cultura italiana, ciò sia in seno al rispetto delle leggi, sia per l’acquisizione dei titoli di soggiorno, sia in ordine alla tematica dell’integrazione. Saranno attuati percorsi formativi rivolti prevalentemente alle fasce di età più basse.

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