Da una parte ci sono i cittadini che con il referendum hanno scelto l'acqua pubblica, dall'altra ci sono i Comuni soci di Aimag che la svendono a Hera e la Regione che non promuove una legge per la tutela dei beni Comuni.
Noi dell'Altra Emilia Romagna siamo per l'acqua pubblica e perchè i beni comuni non siano mercificati.
I COMUNI NON CEDANO
AIMAG AD HERA E RIPUBBLICIZZINO I SERVIZI, A PARTIRE DALL’ACQUA
Negli ultimi giorni i vertici di
Hera hanno confermato l’intenzione di “mangiarsi” Aimag. È un epilogo annunciato
sin da quando i Comuni proprietari di Aimag cedettero il 25% del pacchetto
azionario ad Hera. Di certo non è un epilogo a favore delle comunità locali di
quei Comuni, nonché contrario agli esiti del referendum del 2011.
Hera - nonostante la maggioranza
del capitale sociale sia detenuto da enti locali - per dimensione, struttura e
gestione, non è un’impresa che i Comuni siano in grado di controllare con
efficacia. Inoltre, parallelamente all’ampliamento della holding, le attività
finanziarie hanno iniziato ad acquisire maggiore importanza rispetto alle
funzioni originarie di erogazione dei servizi, e ciò è andato di pari passo con
una perdita di controllo democratico delle attività della società.
Peraltro, prescindendo da
posizioni di principio, la storia degli ultimi anni dimostra come Hera non
fornisca servizi di qualità migliore né a costo inferiore di quelli forniti da
Aimag. Quale futuro dunque, si prospetta per i cittadini dei nostri Comuni
della bassa? L’ennesima svendita a privati di un patrimonio collettivo?
Invitiamo i Comuni soci di Aimag
a tornare sui propri passi, ripubblicizzando integralmente la proprietà dell’azienda
per mantenerne il pieno ed effettivo controllo: a beneficio dei cittadini di
oggi e di domani, a garanzia della qualità dei servizi, della protezione
efficace e partecipata dell’ambiente, nonché del reale controllo democratico su
servizi essenziali, anzi su veri e propri diritti come quello all’acqua
potabile e ad un ambiente sano.
Per parte nostra, l’Altra Emilia Romagna assume con i
cittadini l’impegno a lavorare per modificare il quadro normativo regionale,
oggi insufficiente a garantire un reale controllo democratico sull’operato
delle imprese che gestiscono il servizio idrico e quello dei rifiuti, con
l’obiettivo di ridare ai Comuni, direttamente ed attraverso l’Agenzia d’ambito
(ATERSIR), gli strumenti per la realizzazione di servizi universali e di
qualità, con un reale controllo dei costi.
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