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lunedì 17 novembre 2014

INTERVISTA A CRISTINA QUINTAVALLA

Intervista a Cristina Quintavalla, candidata presidente della lista L’Altra Emilia Romagna.

L'intervista è stata pubblicata sul quotidiano Prima Pagina domenica 16 novembre 2014.

«GRANDI OPERE? UNA COLATA DI CEMENTO CHE INDEBOLISCE IL TERRITORIO. E SEL PAGHERA' LA SUA AMBIVALENZA»
No alle grandi opere, si a quelle ‘piccole’, a partire dalla messa in sicurezza di un territorio sempre più fragile. Parte da qui la battaglia de l’Altra Emilia Romagna, la lista nata dall’esperienza delle elezioni europee, in continuità con quella creata da leader della sinistra greca Alexis Tsipras. A illustrare idee e priorità della lista per le elezioni regionali del 23 novembre, domenica prossima, è Cristina Quintavalla, candidata alla presidenza dell’Emilia Romagna.

Quintavalla, partiamo dalla questione più ‘calda’, l’inchiesta regionale sulle ‘spese pazze’.
«La situazione è molto chiara: oggi è caduta l’etica politica pubblica, mentre l’individualismo cinico nato con il ventennio berlusconiano ha portato tanti politici a perdere il senso dell’istituzione pubblica. Politici che hanno dimenticato che dovrebbero fare il bene della collettività, e non il proprio, o quello dei compagni di cordata e degli imprenditori cheli hanno finanziati. Così, la giunta e il consiglio uscenti sono responsabili di una distanza incolmabile tra cittadino e istituzione, tanto è vero che queste elezioni sono poco ‘sentite’ dai cittadini».

Passiamo ai temi politici. Qual è la vostra priorità per i prossimi cinque anni?
«Senza dubbio il lavoro: oggi è fondamentale rimettere in moto la macchina che crea occupazione. Un tema, quello del lavoro, strettamente connesso ad un altro punto fondamentale: l’ambiente. Noi siamo fermamente convinti che sia necessario puntare fortemente sul recupero dell’esistente e sulla messa in sicurezza di un territorio in ginocchio: se il nuovo governo della Regione deciderà di puntare seriamente su questi temi, segneremo un punto importante anche per quanto riguarda il lavoro e il rilancio dell’economia emiliano-romagnola».
Parlare di lavoro vuol dire anche parlare di imprese...
«Certo: le imprese del territorio vanno aiutate, ma non ‘a pioggia’, come vorrebbe fare il Pd, bensì vincolando gli aiuti a un impegno a non delocalizzare, ad assumere a tempo determinato e a investire sul territorio».

Capitolo investimenti: sul tavolo ci sono diverse ‘grandi opere’.
«Siamo assolutamente contrari alla realizzazione delle grandi opere, dalla Bretella alla Cispadana, dal ‘People mover’ alla Orte-Mestre: opere che non serviranno a rimettere in moto l’economia, perché per la loro realizzazione le nostre piccole e medie imprese saranno schiacciate dai grandi investitori stranieri. Proviamo a pensare alla Orte-Mestre: 400 chilometri che  attraverseranno aree protette, con una grande colata di cemento sull’Emilia. Cemento che, è bene ricordarlo, è una delle cause
principali del dissesto idrogeologico i cui effetti sono ogni giorno davanti ai nostri occhi. Insomma, realizzare queste grandi opere sarebbe una follia: molto meglio puntare sulle ‘piccole opere’, che riguardano appunto la riqualificazione dell’esistente e la messa in sicurezza del territorio».

Terremoto e ricostruzione: come valuta il lavoro della giunta uscente?
«Fino ad oggi la priorità è stata quella degli interventi pubblici, mentre per quanto riguarda gli edifici privati, siamo solo al 10% dei finanziamenti. Dal punto di vista politico, è necessario superare la struttura commissariale, mentre l’intero Consiglio regionale deve essere investito della responsabilità della ricostruzione. Di certo, per far ripartire l’area colpita dal sisma servono finanziamenti celeri, senza escludere nessuno, e rimborsi per il 100% delle spese effettuate».

Pensando al 23 novembre, c’è qualche rammarico per non essere insieme a Sel?
«Abbiamo fatto di tutto per presentarci insieme alle regionali, lavorando tutta l’estate, con mesi di confronto. Sel, però, ha preferito portare avanti un atteggiamento ‘d oppio’, dal momento che a Roma fa grandi battaglie contro il Pd e a livello locale si allea con loro, anche se mi sembra evidente che non avrà la forza politica per fermare le scelte dissennate del Partito democratico. Un’ambivalenza che probabilmente Sel pagherà alle elezioni».

Avete un obiettivo quantificabile alle elezioni? 
«No, ci presentiamo davanti agli elettori senza sondaggi e con una compagna low cost, dal momento che spenderemo in tutto 10mila euro. Per noi, il fatto di esserci, di essere riusciti a coordinare tanti territori, è già un successo: cercheremo di toccare il cuore e la testa delle persone».

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