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martedì 18 novembre 2014

LUPI, UN MINISTRO FUORI TEMPO E FUORI MERCATO

Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Maurizio Lupi in un convegno a Modena promosso da Lapam ha difeso la realizzazione di Bretella Campogalliano-Sassuolo e Autostrada Cispadana e ha attaccato le associazioni ambientaliste accusandole di essere responsabili della condizione di dissesto idrogeologico in cui versa il nostro paese. Questa è la nostra risposta.

Curiosa teoria quella del ministro Lupi secondo cui il dissesto idrogeologico è colpa degli ambientalisti (che sono notoriamente al Governo da sempre !) che si oppongono a nuove autostrade e a "grandi opere" fine a se stesse. E lo viene a dire proprio qua in Emilia, dove abbiamo avuto un terremoto e un’alluvione che hanno messo a nudo la fragilità del nostro territorio e delle nostre costruzioni. Un ministro serio sarebbe venuto a dire che la priorità (la vera e unica "grande opera") è la messa in sicurezza del territorio, specie mentre mezz’Italia affoga nel fango, magari sconfessando l'approvazione dello "Sblocca Italia" che ne pianifica un’ulteriore cementificazione.

Quella del ministro Lupi è la visione di un modello di sviluppo insostenibile e superato, utile per i guadagni di pochi ma totalmente inutile per la collettività. Ne sono un esempio gli accordi stipulati con le Ferrovie, ed Enti pubblici, da due grandi aziende come la Kerakol (operativo da due anni con il risparmio di 15.000 autotreni/anno) e la Barilla (di recente stipula con la previsione di 80 conteneir con cadenza bi-settimanale su ferro anziché gomma) che hanno deciso di investire sullo sviluppo delle reti ferroviarie per far arrivare a Sassuolo e a Parma le materie prime per la lavorazione dei loro prodotti. Sono forse aziende fuori mercato? O ad essere fuori mercato sono quei Ministri e quelle Associazioni di Categoria che pensano ancora allo sviluppo come ad un mix di asfalto e cemento?

Bretella e Cispadana sono due autostrade inutili e dannose.
La Bretella autostrdale Campogalliano-Sassuolo duplica una strada che già oggi, al 50% della sua potenzialità, collega Modena a Sassuolo in 15 minuti e senza risolvere i problemi logistici che intasano di automezzi, in particolare pesanti, il distretto ceramico; mentre l’unica bretella stradale che serve è il collegamento dello scalo merci di Marzaglia con la rete autostradale.
L’Autostrada Cispadana (con alta probabilità di aumento del rischio idro-geologico da analisi del progetto autostradale da parte di esperti) non risponde alle esigenze di mobilità locale e collegandosi al territorio solo in corrispondenza dei caselli sconvolgerà radicalmente la viabilità esistente portando nella bassa modenese volumi di traffico aggiuntivi e non sostitutivi degli attuali. Noi proponiamo la strada Cispadana extraurbana che permetta il collegamento delle aree industriali senza attraversare i centri abitati; come già avviene per la Transpolesana o per il tratto di strada Cispadana extraurbana nel versante reggiano e ferrarese.

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