Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Maurizio Lupi in un convegno a Modena promosso da Lapam ha difeso la realizzazione di Bretella Campogalliano-Sassuolo e Autostrada Cispadana e ha attaccato le associazioni ambientaliste accusandole di essere responsabili della condizione di dissesto idrogeologico in cui versa il nostro paese. Questa è la nostra risposta.
Curiosa teoria quella del ministro Lupi secondo cui il dissesto
idrogeologico è colpa degli ambientalisti (che sono notoriamente al
Governo da sempre !) che si oppongono a nuove autostrade e a "grandi
opere" fine a se stesse. E lo viene a dire proprio qua in Emilia, dove
abbiamo avuto un terremoto e un’alluvione che hanno messo a nudo la
fragilità del nostro territorio e delle nostre costruzioni. Un ministro
serio sarebbe venuto a dire che la priorità (la vera e unica "grande
opera") è la messa in sicurezza del territorio, specie mentre
mezz’Italia affoga nel fango, magari sconfessando l'approvazione dello
"Sblocca Italia" che ne pianifica un’ulteriore cementificazione.
Quella del ministro Lupi è la visione di un modello di sviluppo
insostenibile e superato, utile per i guadagni di pochi ma totalmente
inutile per la collettività. Ne sono un esempio gli accordi stipulati
con le Ferrovie, ed Enti pubblici, da due grandi aziende come la Kerakol
(operativo da due anni con il risparmio di 15.000 autotreni/anno) e la
Barilla (di recente stipula con la previsione di 80 conteneir con
cadenza bi-settimanale su ferro anziché gomma) che hanno deciso di
investire sullo sviluppo delle reti ferroviarie per far arrivare a
Sassuolo e a Parma le materie prime per la lavorazione dei loro
prodotti. Sono forse aziende fuori mercato? O ad essere fuori mercato
sono quei Ministri e quelle Associazioni di Categoria che pensano ancora
allo sviluppo come ad un mix di asfalto e cemento?
Bretella e Cispadana sono due autostrade inutili e dannose.
La Bretella autostrdale Campogalliano-Sassuolo duplica una strada che
già oggi, al 50% della sua potenzialità, collega Modena a Sassuolo in 15
minuti e senza risolvere i problemi logistici che intasano di
automezzi, in particolare pesanti, il distretto ceramico; mentre l’unica
bretella stradale che serve è il collegamento dello scalo merci di
Marzaglia con la rete autostradale.
L’Autostrada Cispadana (con alta
probabilità di aumento del rischio idro-geologico da analisi del
progetto autostradale da parte di esperti) non risponde alle esigenze di
mobilità locale e collegandosi al territorio solo in corrispondenza dei
caselli sconvolgerà radicalmente la viabilità esistente portando nella
bassa modenese volumi di traffico aggiuntivi e non sostitutivi degli
attuali. Noi proponiamo la strada Cispadana extraurbana che permetta il
collegamento delle aree industriali senza attraversare i centri abitati;
come già avviene per la Transpolesana o per il tratto di strada
Cispadana extraurbana nel versante reggiano e ferrarese.
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